Una delle più recenti aggiunte al nostro catalogo è questa riproduzione di una testa di Buddha, ispirata alle statue presenti nei templi di Angkor in Cambogia.
Nell’arte khmer di Angkor, c’è un’abbondanza di sculture che raffigurano esseri divini sia delle religioni induiste che buddiste. Tra di essi, le immagini di Buddha spiccano spesso, solitamente rappresentate con un volto sereno e sorridente.
Questa testa di Buddha presenta le caratteristiche tipiche delle rappresentazioni umane khmer nell’arte: un volto sorridente, occhi a mandorla, sopracciglia ben definite spesso fuse in una sola, e labbra con contorni esterni delineati. Queste rappresentazioni possono essere trovate come sculture indipendenti, come rilievi sulle pareti dei templi o integrate nell’architettura stessa, poste sopra le soglie o utilizzate come capitelli delle colonne.
Angkor era la capitale dell’Impero Khmer cambogiano (dal IX al XV secolo d.C.), che raggiunse il suo apice nel XII secolo. Il suo dominio si estendeva dal Cambogia, comprendendo territori dell’attuale Thailandia, Vietnam, Laos, Malaysia e Myanmar (Birmania). Dopo il declino di Angkor, le vaste città e i complessi monastici furono abbandonati e inghiottiti dalla giungla fino al loro recupero avviato nel XX secolo dagli archeologi, trasformandosi in una importante meta turistica negli ultimi decenni. Fino ad allora, il resto delle costruzioni era stato lasciato alla mercé degli elementi, ad eccezione del tempio di Angkor Wat, preservato e mantenuto per secoli dai monaci buddisti che lo abitano ancora oggi. L’immagine degli antichi templi di pietra emergenti dalla giungla cambogiana, con le loro pareti ricoperte di radici degli alberi, è molto suggestiva e ha servito da ispirazione per numerose serie televisive, film e videogiochi.
Questa vasta collezione di città monumentali fu costruita durante il regno dei monarchi della dinastia Khmer, con il suo apice nell’XI e XII secolo. Alcuni di questi complessi ospitavano templi dedicati alle divinità induiste, mentre altri venivano costruiti come santuari buddisti. In particolare, il complesso di Banteay Kdei, noto come la “Cittadella delle Celle Monastiche”, risale al regno di Jayavarman VII nella seconda metà del XII secolo e veniva utilizzato come monastero buddista.
Il buddhismo raggiunse l’Impero Khmer intorno all’VIII secolo d.C., convivendo con l’induismo ad Angkor. A Banteay Kdei e in altre strutture è possibile ammirare numerose statue di Buddha e altre divinità secondarie, geni e demoni della religione buddista. Nato in India nel V secolo a.C. dalle insegnamenti di Siddharta Gautama Buddha, il buddhismo si diffuse rapidamente in tutta l’Asia, raggiungendo l’Afghanistan a ovest ed espandendosi in paesi del sud-est asiatico come la Thailandia, il Myanmar, l’Indonesia e il Cambogia, nonché nell’estremo oriente, dalla Cina alla Corea e al Giappone.
Le caratteristiche dell’arte nei vari paesi in cui il buddhismo si è diffuso hanno influenzato le rappresentazioni di Buddha, adattandole alle forme stilistiche di ciascuna cultura.
Nell’arte buddhista, Buddha è rappresentato in diverse forme, spesso con un volto sereno e sorridente, che esprime la felicità suprema e la pace della liberazione finale. Può essere mostrato in diverse posture: talvolta in piedi, altre volte seduto con le gambe incrociate nella posizione del loto, o disteso su un fianco. Anche le posizioni delle mani, chiamate mudra, sono gesti simbolici, ognuno con il suo significato. Di solito ha i capelli raccolti in un chignon sulla testa e, in alcuni casi, tratti simbolici come le orecchie allungate, simbolo della Saggezza, che si possono osservare in questa riproduzione.
Una scultura come questa testa di Buddha può ispirarci a trovare un momento di calma e meditazione nel mezzo della frenesia quotidiana. Collocata in una stanza speciale, in ufficio o in biblioteca, aggiunge un tocco speciale e porta pace e serenità all’ambiente. La sua presenza evoca ricordi di terre lontane, passeggiate tra templi coperti dalla giungla, avvolgendoci in un’atmosfera di avventura ed esotismo, spiritualità e mistero.
Cristina
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