Hubert Robert può essere definito un tuttofare.
Uno dei suoi campi di specializzazione è la progettazione di giardini.
In breve: ha partecipato alla progettazione del parco che oggi si chiama “Parc Jean-Jacques Rousseau” a Ermenonville (Francia). Il nome di questo giardino deriva dal fatto che il filosofo vi soggiornò nelle ultime settimane della sua vita e in origine avrebbe dovuto esservi sepolto.
Il nome del dipinto è “Il tempio della filosofia a Ermenonville”.
Il dipinto rappresenta un tempio progettato dallo stesso Hubert Robert nell’ambito della costruzione del parco e chiamato “Tempio della filosofia moderna”.
È dedicato a Michel de Montaigne e le sei colonne toscane rappresentano sei uomini che sono stati utili all’umanità attraverso i loro scritti o le loro scoperte. Si tratta di Isaac Newton (per le sue scoperte), René Descartes (per le sue teorie), Voltaire (per la sua lotta contro i pregiudizi e le superstizioni), William Penn (per la sua azione nella creazione della Pennsylvania), Montesquieu (per la sua difesa della giustizia) e Jean-Jacques Rousseau (per la sua celebrazione della natura).
Il tempio ricorda che la filosofia moderna ha insegnato all’uomo a pensare con la propria testa, consentendogli di adottare posizioni critiche e di fare nuove scoperte.
La scelta di un tempio per celebrare i meriti dei grandi pensatori si basa sul fatto che la saggezza antica è stata aggiornata durante l’Illuminismo e ha costituito la base per nuovi lavori.
L’edificio rimane volutamente incompiuto per simboleggiare che la filosofia non aveva ancora compiuto tutto il suo lavoro (e che la presunta felicità antica era ben lungi dall’essere raggiunta, dato che l’Illuminismo idealizzava l’Antichità). Le colonne a terra, non lontano dal tempio, vogliono sottolineare questo messaggio.
Quindi il “pittore delle rovine” non ha dipinto qui alcun resto. Come sicuramente saprete, Hubert Robert ha dipinto un’infinità di rovine di monumenti famosi e, a mio modesto parere, molte superano “Il Tempio della Filosofia di Ermenonville”, sia il dipinto che il monumento stesso.
Benoit Salomone